Nella giornata di ieri ci sono stati due momenti in cui mi sono trovata a citare scene di film di Roberto Benigni (continuano a dirmi che dovrei andare a Zelig!):
SCENETTA 1
Sono a prendere una boccata d'aria mentre parlo con dei colleghi. Ne arriva un altro ad avvisare che la riunione è già cominciata e che ci stanno aspettando. Io:
- Beh possiamo dire che abbiamo trovato traffico e c'è stato un incidente...
Con andatura claudicante e tremolio della mano, dico:
- Dottor Randazzooooo!
(cit. di "Johnny Stecchino")
SCENETTA 2
Dovevo far mettere una firma su un foglio e ho telefonato all'interessato per sapere se potevo passare da lui. Mi dice che posso andare a casa sua perchè ha lasciato un altro foglio già firmato alla moglie, e di dirle che sta sopra il camino. E io:
- Sì, guarda, suono al campanello e le dico: sono Gloria ho lasciato la patente sul tavolo accanto alla frutta!
(cit. de "Il mostro")
Ma in realtà Benigni è stato nominato tre volte, perchè il 4 giugno era l'anniversario della morte di Massimo Troisi e il suo caro amico Roberto gli ha dedicato una poesia belissima che qui ripropongo, tanto per sottolineare quanto i "giullari" facciano sì ridere, ma solo per la loro grande sensibilità, per il sapere recepire certe sfumature nelle cose e nelle persone.
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